Cromatica 2022 – “Back Together”

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 Thomas R. Hilder

 

Appena entrati al Teatro Brancaccio la mattina di sabato 4 giugno l’atmosfera era gloriosa ed elettrizzante. Abbiamo preso posto nel sontuoso auditorium raccogliendoci come cori ammassati e salutando i nostri fratelli e sorelle queer che arrivano da diversi angoli d’Italia. Sul palco, il presidente del network Cromatica, Riccardo Strappaghetti, ha dato il benvenuto a tuttə e ci ha presentato alcune delle persone maggiormente coinvolte nell’organizzazione del festival, tra cui la bravissima Alessandra Ceccoti, senza la quale il festival non sarebbe stato possibile. Un momento propizio anche per raccontare il percorso di Cromatica, nata nel 2015 come network per sostenere il fiorente numero di cori LGBTQ+ italiani, e i festival che da allora si sono svolti a Milano, Bologna, Napoli e Perugia. Calorosi applausi sono scoppiati dopo ogni relatore, anche quando Riccardo ha dato il benvenuto al coro RicchiToni il cui treno da Bari quella mattina era in ritardo. Dopo due anni di pandemia, finalmente eravamo, come esclamava il motto del festival di quest’anno, “di nuovo insieme”.

Il festival era iniziato timidamente la sera precedente ai Giardini Traiani nell’ambito del Roma Pride Croisette, dove Alessandra, Riccardo e rappresentanti di tutti i cori hanno incoraggiato i partecipanti alla festa a unirsi a noi per le esibizioni del sabato e della domenica, e noi del Roma Rainbow Choir abbiamo eseguito “I Will Survive”. Ma non è stato fino al seminario del sabato mattina, ora conosciuto come l’atelier del festival, dove è iniziata seriamente l’attività del canto in comune. Qui quattro dei nostri direttori di coro – Francesco Leineri, Filiberto Bentivoglio, Simone Faraoni e Cristina Baoretto – hanno diretto noi coristi, ora divisi in platea secondo la nostra parte vocale – soprano, contralto, tenore, basso – attraverso emozionanti arrangiamenti di “We Shall Overcome”, “Inno alla gioia”, “Bella Ciao” ​​e “Bread and Roses”.

Gli alberi in fiore radiosi sulla strada fuori offrivano ombra durante le brevi pause prima che tornassimo alla fresca atmosfera del teatro climatizzato. Durante una pausa dalle prove, Riccardo mi ha sorpreso chiamandomi sul palco, presentando calorosamente me e il mio lavoro di studioso di cori LGBTQ+ e collega attivista corale LGBTQ+, e il mio progetto di quest’anno di documentare la quinta edizione di Cromatica nella forma di un podcast. Ultimi a parlare sono stati i nostri colleghi bolognesi che ci hanno accolto alla prossima edizione del festival corale paneuropeo LGBTQ+, Various Voices, che stanno organizzando per il 2023. Infine, Sergio Briziarelli, direttore musicale dell’Omphalos Voices di Perugia, ci ha sapientemente guidato attraverso l’arrangiamento di “We Are the World”, il brano che avrebbe concluso il concerto di quella sera, noto come Cromatica Chorus.

Quando è arrivata l’ora di pranzo, ci siamo riversati per le strade intorno a Via Merulana in cerca di cibo e caffè, stanchi per l’afa pomeridiana ma in fermento per l’adrenalina della giornata. Il pomeriggio è stato scandito dai sound check e a ciascuno dei 15 cori è stato concesso un quarto d’ora per eseguire la loro canzone, coreografare la loro esibizione sul palco e regolare i microfoni con la guida dei tecnici del suono e del direttore di scena. Per pubblicizzare l’evento, Rai 3 è venuta a filmare le prove del Cromatica Chorus, con noi coristi ormai sparpagliati in platea, in basso e in alto, oltre che sul palco. Mentre molti di noi sono rimasti ad assistere alle prove dei nostri cori di fratelli e sorelle, in prima serata molti di noi se n’erano andati per prendersi una meritata pausa prima del concerto serale, cambiando i vestiti umidi di odori estivi.

Arrivando alle 20:00, un’ora abbondante prima dell’apertura del sipario, abbiamo trovato i nostri posti assegnati nella galleria superiore ora tutti vestiti con abiti da concerto. I membri del pubblico sono entrati alla spicciolata, prendendo gradualmente posto nella platea molto al di sotto, e i coristi hanno controllato per vedere se erano arrivati ​​amici e familiari. Un collega cantante ha sistemato con cura il mio accessorio di cotone a strisce arcobaleno, evocandolo in una sciarpa al collo; “come uno steward aereo”, abbiamo ridacchiato. Con mormorii e risate che gorgogliavano nel teatro, il senso di eccitazione e anticipazione era oltre ogni palpabile.

 

 

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Thomas R. Hilder is a writer, teacher, researcher, musician, activist, and associate professor in ethnomusicology at the Norwegian University of Science and Technology (NTNU). Over the past years he has been researching LGBTQ+ choirs in Rome, Warsaw and London. In 2016 he co-founded the international LGBTQ+ Music Study Group and currently acts as chair. He has helped build Trondheim’s queer choir, Kor Hen, and is currently board member. On his visits to Rome, he’s very grateful to be able to sing with Roma Rainbow Choir and Parruccoro.

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